Monday, May 12, 2014

Fattore X


Talento, carattere, passione o “fattore X”; chiamatelo come volete ma c’è chi sostiene che si nasca con la dote del canto. 


Comunque voi la pensiate ormai da dieci anni a questa parte i talent show orientati verso il mondo della musica stanno intasando qualsiasi rete. Siamo in Inghilterra e nel 2004 Simon Cowell ìdea il format che da lì a poco sarebbe diventato il nuovo tormentone televisivo: nasce X Factor. Cowell è un produttore discografico divenuto famoso per aver partecipato come giurato al programma della Fox “American Idol” (reality show americano che consiste in una competizione canora fra concorrenti) dopo soli due anni da questa partecipazione investe tutto il suo tempo e denaro per la realizzazione di uno dei format più famosi al mondo che dopo aver riscosso un enorme successo in America verrà diffuso su larga scala a oltre 35 paesi di tutto il mondo: il fenomeno X Factor è ormai sulla bocca di tutti.
Il talent show è una gara tra giudici ognuno a capo di una categoria di aspiranti cantanti. Fino alla terza edizione le categorie e quindi i giudici erano 3, dalla quarta sono 4: la categoria “16-24”: artisti dai 16 ai 24 anni, i “Gruppi vocali” e i “+25”: artisti con 25 anni o più. Durante la competizione i rispettivi giudici di ogni categoria assegnano un brano che i cantanti dovranno interpretare e cantare durante la diretta al fine di convincere il pubblico e rimanere nel programma. A fine serata i due cantanti che avranno ricevuto meno voti si sfideranno per non essere eliminati e canteranno il loro “cavallo di battaglia” davanti ai giudici i quali sceglieranno chi di loro può continuare la sua avventura.






Questo particolare format risulta essere estremamente efficace e in grado di farti affezionare notevolmente ai suoi concorrenti anche perché oltre alla tradizionale puntata si è costantemente aggiornati sulla scelta dei brani e sulle quotidiane difficoltà dei cantanti grazie al “Daytime”: appuntamento giornaliero nel quale il conduttore del programma descrive tutte le novità e gli aggiornamenti sui concorrenti e giudici. Grazie a questa modalità oltre all’aspetto del talento canoro subentra il fattore “affezione”: i cantanti in grado di comunicare meglio con il pubblico a casa, o semplicemente quelli più “televisivi” saranno in grado di conquistarsi una grossa fetta di telespettatori semplicemente grazie al forte carisma. Trattandosi di un programma fondato sul televoto i concorrenti popolari andranno molto più in là nella competizione rispetto ai concorrenti, magari vocalmente più bravi, ma con meno personalità.






Portare in televisione la musica è un processo molto rischioso poiché si rischia di rinunciare alla qualità sonora ed interpretativa di un artista per far spazio alla sua vita privata: problemi familiari, drammi o sventure sono all’ordine del giorno in una competizione come X Facort poiché rappresentano una facile scorciatoia per guadagnare ascolti e empatia. Tutta questa sovrastruttura presente in tutte le edizioni del programma danneggia notevolmente la qualità dei talenti in gara e rischia di diventare lo stardard per poter “sfondare” in questo campo. 

La domanda che numerose persone si pongono armai da un decennio è: da quanto si è rivelato necessario “vedere” la musica?


Davide Moraglio
Il lato promozionale
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Fonti
L’articolo è stato interamente redatto da me sulla base delle mie esperienze personali nonché attente valutazioni durante la visione del programma. Nel mio scritto tratto e analizzo le edizioni italiane, Americane e Inglesi di X Factor.




Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)

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